"Cantine aperte", c'è bella gente, buon vino e tanta passione
- Domenica 28 Maggio 2017
Un successone la prima giornata della manifestazione che si prefigge di mettere a contatto i produttori ticinesi e il grande pubblico.
"Cantine aperte" si rivela per l'ennesima volta un calice di bollicine inebrianti. Si è iniziato col botto, ieri, sotto un cielo terso e con una temperatura estiva. Gente ovunque e calda accoglienza in cantina, dove i produttori hanno fatto a gara non solo ad esporre e far assaggiare i loro prodotti, vini quasi sempre di grande qualità, ma anche a montare uno spettacolo collaterale, chi proponendo musica dal vivo, chi abbinando al vino prodotti di qualità del territorio ed specialità gastronomiche di ogni tipo. La manifestazione prosegue fino a stasera alle 18.00.
Con Ticinowine, il suo direttore Andrea Conconi, il presidente dell'Interprofessione della vite ticinese Gianni Moresi e il padrino di "Cantine aperte" Dany Stauffacher, quest'anno abbiamo fatto il giro delle cantine del locarnese. Gente ovunque e differenze marcate nel modo di proporsi, anche perché abbiamo visitato grandi e piccole realtà, tutte caratterizzate da un'enorme professionalità e da una passione esagerata per la cura del nostro bellissimo territorio e di quanto può offrire. Eppoi storia bellissime di uomini e di imprenditorialità, come quella di Roberto Belossi, titolare della cantina Il Cavaliere a Contone, partito praticamente dal nulla nel 2000, con la ferma intenzione di riconvertire alla produzione di vini l'azienda agricola di famiglia. "Quando ho proposto alla banca il mio progetto mi hanno detto che mancava di qualsiasi presupposto per poter stare in piedi economicamente. Io ci credevo però talmente tanto, che sono riuscito a convincere chi doveva finanziarmi l'impresa. Ed oggi siamo qui con un buon mercato e ottime prospettive" racconta il titolare, affiancato dalla moglie e dai figli in una produzione che è diventata importante anche e soprattutto per i bianchi.
A Tenero la storica cantina Matasci è una delle realtà produttive più importanti del Cantone. "Dovrebbero farle un monumento solo per aver lanciato il Selezone d'ottobre, che ha fatto breccia nel cuore degli svizzero tedeschi e ha trascinato il merlot nello sviluppo che sappiamo" dice Dany Stauffacher. Qui il vino si coniuga al femminile con l'enologa di famiglia Fabiana Matasci, la commercializzazione si affida a Piero Maran e sua moglie Paola Matasci che cura anche gli eventi nella storica Villa Jelmini, la dimora che apparteneva fino agli anni Cinquanta alla famiglia del Vescovo Angelo Jelmini. Tra le animazioni previste, la presenza dello chef Trevor Appignani che propone cibo di strada di alta qualità e da Matasci propone i suoi risotti.
Imbocchiamo la strada che sale in Verzasca per salire sopra Gordola nel regno di Graziano Carrara, il quale ha recuperato preziose porzioni di territorio e rustici, costruendo da sè una cantina piccola ma bellissima, tutta fatta in granito provenienti da diverse parti del Ticino e nella quale sgorga una piccola sorgente. Un grande uomo capace di fare, piccole quantità vinificate come si deve, una cantina immersa in una meraviglia di paesaggio.
Angelo Delea ci aspetta nella sua grande azienda a Losone per il pranzo. La sua è una cantina sontuosa, un'altra delle grandi aziende produttrici ticinesi. Angelo ricorda le prime barriques prodotte bel garage sottocasa: aveva un ristorante, volle provare a fare il vino e fu l'inizio di una stagione di grandi successi. Ci apre un suo forziere e tira fuori una magnum di Carato del 1989: inebriante, straordinario. Come fosse uno dei grandi Bordeaux, non ha perso nulla e fa andare in estasi Dany Stauffacher. Poi altra perla: un "Castello di Cantone" del 2001, un bianco che in bocca lascia una buona mineralità e un'acidità rimasta inalterata, una piccola perla introvabile. Mentre orgoglioso ci mostra la sua Formula 3 che fu di Clay Regazzoni e Slvio Moser, ci congediamo da Angelo e proseguiamo in zona. La cantina Chiodi ad Ascona: anche qui regna una tradizione di famiglia che ha consegnato alla terza generazione, quella capitanata da Andrea Arnaboldi, enologo e direttore dell'azienda, che da qualche anno ha rilevato anche la Carlevaro di Arbedo. Non solo vini, da Chiodi, ma anche musica dal vivo e gente che ha l'aria di divertirsi. Esattamente come succede sul delta di Ascona, alla grande tenuta dei Terreni alla Maggia, una splendida realtà nel panorama della valorizzazione dei prodotti del territorio ticinese che oltre ai vini offre distillati, persino whishy, riso, diverse varietà di mais, alcune delle quali riscoperte e valorizzate di recente dall'azienda.